Giovanni Nanni

Massimo Mengozzi, detto “il Pipper”, era un gappista. Andava spesso in piazza, al bar Flamigni, e pagava il caffè a qualche fascista, così riusciva ad avere qualche informazione…
…aveva un negozio in piazza Saffi dove nascondeva i volantini di propaganda che distribuivamo nelle buchette della posta e in vari luoghi di Forlì…
…li andavamo a prendere e ci mettevamo le scarpe da tennis per non fare rumore di notte. I tedeschi, invece, avevano gli stivali, così potevamo sentirli arrivare…
…li portavamo anche al cinema o a teatro e li lanciavamo dall’alto, sulla gente…
…al Teatro Esperia c’era la rivista di Macario. Mengozzi ed io arrivammo all’ingresso con i volantini sotto la camicia. La maschera era d’accordo per farci passare. Una volta entrati andammo di sopra e li gettammo di sotto. Tra il pubblico c’erano diversi fascisti…
…Mengozzi fu riconosciuto…
…dopo qualche giorno fu fermato a Ricò dai fascisti e fu ucciso senza nessun processo e lasciato nel fosso…
…se avevano riconosciuto lui, probabilmente avevano visto anche me, così mio padre decise di mandarmi su in montagna con i partigiani, a Strabatenza…
…ero un bambino, avevo quattordici anni..

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